La comunità di pratiche partecipative della Regione Emilia-Romagna è nata nel 2018 da un percorso di co-progettazione, durato circa un anno, che ha coinvolto inizialmente un gruppo ristretto di funzionari regionali, con esperienza in percorsi partecipativi. L’obiettivo di tale comunità era duplice: da un lato concentrarsi sulla facilitazione e sui metodi partecipativi per la soluzione creativa dei problemi (creative problem solving) e la gestione di progetti partecipativi; dall’altro lato, si trattava di attivare un processo permanente di innovazione e miglioramento continuo basato sull’ascolto, il coinvolgimento e la valorizzazione delle competenze interne ed esterne rispetto all’organizzazione. Un tema cruciale per il futuro e l’innovazione nelle politiche pubbliche e nei servizi.
L’iter di co-progettazione della comunità di pratiche partecipative della Regione Emilia-Romagna ha previsto un percorso con tecniche che vanno dal team building dei funzionari alla condivisione di esperienze, passando per il coaching reciproco e la pratica sul campo. L’obiettivo è stato non solo quello di formare ma anche di rendere autonome nel tempo tutte le persone desiderose di continuare a cimentarsi nei percorsi partecipativi. La logica utilizzata nella costruzione del gruppo di lavoro è stata quella della spirale convergente: un processo iterativo e incrementale in cui dapprima si capiscono e conoscono le strutture, poi si identificano gli attori chiave e vengono sviluppati e migliorati i metodi coinvolgendo tali attori; i metodi vengono poi provati e migliorati e viene promossa la rete di attori fino ad aggregare i metodi e strutturare la rete di attori.
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