lI Tecnico di garanzia della partecipazione viene designato, a norma del comma 1 dell’art 8 della LR 15/2018, dal Presidente dell’Assemblea legislativa. Il 17 novembre 2014 la Presidente Costi ha designato il dott. Leonardo Draghetti, Direttore generale dell’Assemblea legislativa
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Obiettivo. Percorso formativo idoneo a sviluppare capacità e competenze ritenute propedeutiche alla formazione della figura del/della facilitatore/trice. Sviluppare nuove competenze di facilitazione all'interno delle amministrazioni locali e accompagnare il processo di definizione di una nuova figura esperta di "processi partecipativi".
Modalità di attuazione: percorso di coprogettazione del processo di qualificazione della figura professionale, che approdi ad individuare competenze, attitudini, conoscenze teoriche e pratiche necessarie. Si prevedono due livelli diversi: un livello rivolto a coloro che vogliono acquisire le prime competenze nel campo della facilitazione e un secondo livello per coloro che già si occupano di facilitazione (ad es. che hanno già avuto esperienza nella comunità di pratiche partecipative).
Primo livello: competenze base del facilitatore e i metodi (online e in presenza) utili anche nell'ambiente di lavoro quotidiano
Secondo livello: acquisire competenze su come progettare un processo partecipativo (le varie fasi, la comunicazione, la mappatura degli stakeholders, la segreteria organizzativa, metodi e costi).
Destinatari: personale PA del territorio regionale, Comunità di Pratiche Partecipative.
Tempi di realizzazione: cicli di incontri online e in presenza, utilizzando la piattaforma regionale PartecipAzioni. Il percorso formativo potrebbe essere a moduli,sisviluppa nel corso di 2 anni e mezzo, procedendo dal primo al secondo livello. Durata della formazione: 2022/2023/2024.
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Le competenze di facilitazione vanno distinte dai titoli di studio essendo un'arte e professione che non prevede percorsi con titoli di studio. Ho visto che nell'esempio della Camera di Commercio di Milano solo chi aveva la laurea poteva anche candidarsi a essere un facilitatore. Ritengo che la valutazione NON debba prevedere come filtro i titoli di studio formali ma la dimostrazione di corsi ed esperienze. Su questo possiamo fare ulteriori approfondimenti e portare gli esempi di come vengono certificati a livello internazionale i facilitatori dall'Associazione Internazionale dei Facilitatori. E' poi evidente che chi forma i facilitatori non può anche certificare le competenze, per evitare conflitti di interesse. Facilitare è un mestiere delicato nel quale sono in gioco tanti fattori ma soprattutto la fiducia di chi partecipa. Citando il film Ratatouille di Disney, "chiunque può cucinare!.. non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque"!
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Le competenze di facilitazione vanno distinte dai titoli di studio essendo un'arte e professione che non prevede percorsi con titoli di studio. Ho visto che nell'esempio della Camera di Commercio di Milano solo chi aveva la laurea poteva anche candidarsi a essere un facilitatore. Ritengo che la valutazione NON debba prevedere come filtro i titoli di studio formali ma la dimostrazione di corsi ed esperienze. Su questo possiamo fare ulteriori approfondimenti e portare gli esempi di come vengono certificati a livello internazionale i facilitatori dall'Associazione Internazionale dei Facilitatori. E' poi evidente che chi forma i facilitatori non può anche certificare le competenze, per evitare conflitti di interesse. Facilitare è un mestiere delicato nel quale sono in gioco tanti fattori ma soprattutto la fiducia di chi partecipa. Citando il film Ratatouille di Disney, "chiunque può cucinare!.. non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque"!
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